STULZ ha proposto un approccio di audit e ottimizzazione utilizzando lo strumento EMOS (Environmental Monitoring and Optimization).
Mark Langford, General Manager di STULZ Nuova Zelanda, afferma: "Prima di sostituire le apparecchiature esistenti, volevamo capire meglio l'ambiente, quindi abbiamo completato una valutazione completa nell'arco di diverse settimane per generare tendenze operative e ambientali dettagliate. I dati dettagliati ci hanno permesso di valutare meglio le inefficienze delle unità esistenti, nonché le sfide intrinseche alla progettazione e alla disposizione della sala. Abbiamo scoperto che con la disposizione attuale il data center consumava più energia del necessario".
Il processo ha comportato l'installazione e la distribuzione di sensori wireless sofisticati e non intrusivi per registrare in tempo reale le principali condizioni ambientali. I sensori registrano la temperatura e l'umidità dell'aria di mandata e di ritorno dei CRAC (computer room air conditioning), la temperatura e l'umidità di aspirazione e di scarico dei rack, la pressione differenziale del pavimento rialzato e le condizioni dei sensori SLA (Service Level Agreement) del BMS.
Una volta completata l'installazione dei sensori, le condizioni sono state registrate per formare la " baseline" storica. Ciò ha fornito l'opportunità di esaminare le caratteristiche e il comportamento dei server in momenti diversi, per determinare se il carico termico è statico o dinamico e le condizioni ambientali che supportano le apparecchiature.
Mark prosegue: "Dopo aver completato la prima fase dell'audit, sapevamo che dovevamo aggiornare tutte e quattro le unità, riducendo al minimo le interruzioni del data center - un'impresa non da poco. Utilizzando i dati della nostra verifica, abbiamo capito quando sarebbe stato il momento più opportuno per sostituire ogni unità e l'impatto che avrebbe avuto sul sito in funzione. Abbiamo quindi rimosso e sostituito ogni unità, una alla volta, nell'arco di una settimana".